La truffa del finto operatore Enel

Ricevo l’ennesima chiamata da un numero che il mio telefono segnala come spam. Purtroppo, gestendo un’attività, sono abituato a ricevere contatti da numeri sconosciuti, e a volte anche da quelli contrassegnati come sospetti. Quindi rispondo.

Dall’altra parte, una voce femminile mi chiede conferma che io sia Desma Project. Si presenta come operatrice Enel, e mi informa che durante l’attivazione del contratto è stato inserito un codice ATECO errato. Secondo lei, questo avrebbe causato l’applicazione di una tariffa non adeguata alla mia attività.

Ammetto che la cosa mi ha incuriosito: può succedere. Non sarebbe la prima volta che un errore burocratico crea disguidi nei contratti di fornitura.

L’operatrice prosegue: mi dice che ci sono due possibilità. O corregge direttamente l’errore, ma a quel punto mi troverei a pagare 38 cent/kWh (invece dei 13 cent concordati), oppure apre un ticket che mi consentirebbe di essere ricontattato dal mercato libero per valutare un eventuale cambio operatore.

E qui qualcosa comincia a non tornare.

Chi, in buona fede, ti proporrebbe di passare alla concorrenza? Quale azienda, per risolvere un errore interno, ti mette in contatto con un altro fornitore? Decido di non interrompere subito la conversazione: voglio capire dove vuole andare a parare. E già mi viene l’idea di raccontare l’episodio sul blog, perché – lo ammetto – anche io, per un momento, ho creduto ci fosse un problema reale. E se è successo a me, potrebbe capitare a chiunque.

Chiedo quindi ulteriori chiarimenti.

A quel punto, il tono dell’operatrice cambia. Diventa più sbrigativa, quasi infastidita. Mi dice che, se ho dei dubbi, allora tanto vale applicare subito la tariffa corretta e chiudere lì la questione.
Io, con calma, le chiedo invece di procedere con l’apertura del ticket.

Nel frattempo, per sicurezza e per prepararmi alla fantomatica “chiamata dal mercato libero”, contatto Enel attraverso i canali ufficiali. L’operatore – quello vero – ascolta divertito e, con molta trasparenza, mi conferma che non contatterebbero mai un cliente per proporgli un cambio di operatore.
Per nulla sorpreso aggiunge: “Ormai stanno diventando sempre più bravi a sembrare veri”.

Poco dopo, arriva la seconda chiamata.
Un altro numero segnalato come spam. Un’altra operatrice, con lo stesso tono sprezzante della prima, mi chiede semplicemente: “Di cosa ha bisogno?”.
Sorrido. La sceneggiatura è coerente, la parte è stata studiata con cura. Rispondo spiegando la situazione, e lei, con molta semplicità, mi fornisce il nome dell’operatore più conveniente in quel momento sul mercato.
Le chiedo allora da quale agenzia mi stiano chiamando, con che titolo si presentano come Enel, e come siano convenzionati con loro.
Lì inizia a vacillare. Le risposte diventano vaghe, confuse, e alla mia affermazione che ho già parlato con Enel e non ne sanno nulla, la linea cade.

Ho sorriso.

Sì, perché per un attimo c’ero cascato. Era una truffa ben congegnata, orchestrata con una comunicazione credibile, un linguaggio tecnico, una narrazione efficace. Come accade in molte truffe, il punto di forza è proprio lì: nella comunicazione.

Il mio consiglio?

In situazioni simili: non fatevi mettere fretta.
Non date consensi, non fornite dati personali e non accettate modifiche o condizioni nuove senza aver prima contattato direttamente – tramite canali ufficiali – il presunto operatore.

Diffidate dalle pressioni, dai toni arroganti e dalle “urgenze improvvise”.

La vera professionalità, soprattutto in un settore delicato come quello dell’energia, non passa mai per queste scorciatoie.

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